sabato 17 novembre 2012

Tredicesima recensione per Warm bodies di Isaac Marion. TRAMA: R è un ragazzo in piena crisi esistenziale: è uno zombie. Non ha ricordi né identità, non gli batte più il cuore e non sente il sapore dei cibi, ma nutre molti sogni. La sua capacità di comunicare col mondo è ridotta a poche, stentate sillabe, ma dentro di lui sopravvive un intero universo di emozioni. Un universo pieno di stupore, di nostalgia. Un giorno, mentre ne divora il cervello, R assaggia i ricordi di un ragazzo. Di lì a poco, per lui cambierà ogni cosa; intreccia una relazione con la ragazza della sua vittima, Julie, e sarà per lui un’esplosione di colori nel paesaggio grigio e monotono che lo circonda. Perché l’amore per lei lo trasformerà in un uomo (e in un morto) diverso, più combattivo e consapevole. Di qui avrà inizio una guerra feroce contro i suoi compagni d’un tempo, e una rinascita, le cui conseguenze saranno del tutto inimmaginabili…



In occasione della sua prossima uscita cinematografica ho deciso di cimentarmi nella lettura di questo chiacchierato libro. E’ forse Warm boedies il primo distopico che mi ha lasciata davvero a bocca aperta. Premetto che gli zombie non sono le creature che preferisco per un fantasy ma qui hanno egregiamente mostrato il loro fascino. Un’ambientazione quasi post apocalittica,strano,ma direi anche terribilmente suggestiva,dove convivono malamente umani e zombie. Gli umani vivono asserragliati in una sorta di Stadio e gli zombie in un Aeroporto fatiscente. Tutto intorno è morte e distruzione. Cacciatori e prede indistinte l’uno dell’altro. Da principio ho pensato subito ad uno splatter. La crudeltà degli zombie ghiaccia le vene,ma andando avanti nella lettura mi sono resa conto che non è crudeltà,è solo sopravvivenza. Il più forte mangia il più debole. Ma queste creature che sgambano in ogni dove non solo non hanno sentimenti,ma non provano dolore,non sentono sapore,non hanno sangue e soprattutto non hanno quasi ricordi(sono in costante ricerca di sé stessi). Sono parzialmente morti. E’ il loro cervello che li fa andare avanti,un cervello annientato dal passare degli anni. R è il protagonista. Uno zombi che “vive” per inerzia. Ha un solo “amico”,M(la loro nullità è data anche dall’incapacità di leggere e di ricordarsi il proprio nome).
Un giorno si spingono a caccia in un edificio dove trovano umani armati e pronti a difendersi. Dopo una lotta sanguinosa R uccide Perry ma si blocca quando si trova davanti Julie. Ha pietà di lei,per la prima volta in vita sua qualcosa di sconosciuto ha il sopravvento sulla necessità primaria di mangiare. Da qui comincia il cambiamento. R riesce a camuffare Julie rendendola simile e a lui e la porta in mezzo agli altri zombi confondendola nel mucchio. Vivono per qualche tempo in un aereo e il loro rapporto subisce un insolito cambiamento. Non sono più un’umana e uno zombi,ma due “persone” che lentamente si svelano i loro mondi assurdi. R però tiene dentro di sé un agghiacciante segreto. E’ lui che ha ucciso Perry kelvin(il ragazzo di Julie)e attraverso pezzi del suo cervello che continua a mangiare,ha accesso al passato del giovane e al suo rapporto con Julie. Vivere in aeroporto non è difficile e la ragazza aiuta R a imparare a guidare. Ma la calma dura poco. Gli Ossuti,altro tipo di zombie senza pelle e educatori di tutti scoprono l’inganno e cercano di catturarli. Comincia la fuga dei protagonisti. Insieme alla fuga nascono nel cuore di R sentimenti che non riteneva possibili. Non solo in R ,ma anche in M e altri zombi. Tutto sembra assumere un aspetto diverso. La priorità di R,grazie a Perry che gli parla nella mente,è tenere al sicuro Julie. Così decide di riportarla a casa. Lei fugge per non farlo catturare,ma lui,incapace di starle lontano la raggiunge allo Stadio dove riesce a entrare e a camuffarsi da umano. Un po’ come aveva fatto prima Julie in aeroporto. Qui vive per un po’ con lei,impara a conoscere come era prima il mondo ma vengono scoperti dal signor Grigio(padre di lei) che li vuole morti entrambi. Non servono le suppliche di Julie,ma ormai il cambiamento è iniziato. Gli zombie diventano qualcosa di diverso. Lentamente si trasformano in umani ,così succede a R che piange,sanguina,e prova sentimenti. Un finale di speranza rischiara il cielo.
Un’alleanza fra zombie e umani si prospetta all’orizzonte. E’ l’amore che cambia tutto. Se da principio non ho apprezzato la storia perché un po’ cruda e forte,con l’andare delle pagine mi sono dovuta realmente ricredere. L’ambientazione è perfetta,il mondo è distrutto,le persone vivono nel terrore,la legge del più forte regna sovrana. Personalmente credo che le creature di questo romanzo non siano veri zombie. Quando R dice di essersi svegliato tale,racconta che accaduto per aver scoperto la moglie a letto con un altro. E’ scappato in cerca di solitudine,è svenuto e si è risvegliato così. Se molti zombie sono nati attraverso il morso,lui no. Mi lascia pensare che il suo stato non sia una malattia trasmessa,ma probabilmente la morte dell’anima,la perdita di ciò che è più importante in ognuno di noi. La voglia di vivere,di amare,di sperare,il bisogno imperioso di un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi. Infatti gli zombie vagano senza meta,non hanno più necessità fisiche se non quelle di mangiare. Cosa poi?Cervelli, per assorbire ricordi e credo ,in fondo in fondo,per provare ancora le emozioni di cui non sono più capaci. Una storia cruda,a tratti disumana,ma quanto mai reale. Non perché esistano queste creature,ma perché ci prospetta la possibilità di un futuro arido e auto programmato per l’autodistruzione. Uno spaccato su un destino comune a tutti noi.
I personaggi di questo libro sono pochi ma “vivi” ,che lasciano il segno. R è forse il più ricco di sfaccettature. La sua figura viene delineata sapientemente e risalta in mezzo agli altri come un faro nel buio della notte. Julie,invece risalta clamorosamente per la sua umanità e fiducia. Il suo passato tormentato la raggiunge anche nel presente. Dimostra un grande cuore(pur avendo sofferto molto),riesce a capire R,a perdonargli il fatto di aver ucciso Perry(che in realtà,leggendo bene,a modo suo,era già morto da tempo … rassegnato) e si scopre ancora capace di amare una creatura diversa da lei(mi ha ricordato La bella e la bestia). Il raccapriccio iniziale scompare obnubilato dai sentimenti forti,dalla comprensione che è ancora un’arma potente,come lo è la speranza che ci sia qualcosa di meglio oltre al niente. Accanto ai protagonisti ci sono anche M ,il signor Grigio e l’amica di Julie,ma restano di contorno,aiutano a portare avanti romanzo,ad arricchirlo e spingerlo nella giusta conclusione. La storia d’amore non è quasi tale. Il sentimento libra nell’aria appena in superficie. Non c’è la passione,non ci sono scene di seduzione perché sarebbero state senz’altro fuori luogo. Nasce tutto con gradualità,si sviluppa in soffi leggeri che si infrangono su menti che da tempo hanno perso la capacità di emozionarsi . Ed è stupendo vedere come l’amore faccia miracoli in chi credeva di essere davvero morto,come spinga chi è veramente cattivo(Ossuti) a distruggere ciò che viene considerato minaccia perché incapace di comprenderlo. Più che una storia di morte è quasi un’esaltazione della vita,della rinascita.
Cupo,e forse un po’ malato,azione minima,ma non per questo piatto o superficiale. La trama si sostiene bene,pur nella quasi monotonia dell’essere zombi,non si spegne mai. Una scrittura fluida che non brilla per mirabili descrizione eppure tiene il lettore avvinto come una calamità. A tratti anche grottesco. Il sangue è forse una componente costante di ogni capitolo,la sua privazione è morte,ma nel finale,per R è segno di ritorno alla vita. E’ forse una visone dissacrante di quanto l’umanità si stia dirigendo verso la distruzione totale come qualcosa di inevitabile. Non è l’inquinamento o il buco dell’ozono,né lo sfruttamento delle fonti esauribili o la guerra a boicottare la nostra esistenza. È semplicemente la perdita dei nostri valori ,di ciò che ci rende “umani”, a giocare il ruolo fondamentale nella lotta alla sopravvivenza. “Vivi” o “morti”,vittime o carnefici,predatori e prede … dovremmo essere tutti uguali,dovremmo tutti sperare,perché là dove c’è speranza ,c’è sempre vita.



Isaac Marion è nato nel 1981 in una remota cittadina dello Stato di Washington, vive da sempre a Seattle. Per sopravvivere ha svolto decine di lavori (per lo più improbabili) fino a quando un suo racconto, I Am a Zombie Filled with Love, non è diventato la short story più cliccata d’America dando vita al progetto di Warm Bodies. Personaggio eclettico, Marion è pittore e musicista per passione.

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